Il governo ragiona su due ipotesi per superare la fase di stallo nei lavori per la riforma delle pensioni e il superamento di quota 100 con la prossima manovra.
Lavori in corso sulla riforma delle pensioni in vista della prossima Legge di Bilancio, con il governo intenzionato a chiudere il discorso entro la fine della settimana. Sul Reddito di Cittadinanza ci sono pochi dubbi: la misura è confermata ma rivisitata per potenziare e migliorare la seconda fase, quella della ricerca di un posto di lavoro per i beneficiari della misura. Per quanto riguarda le pensioni invece l’unica certezza al momento è il superamento di Quota 100. Sul percorso da seguire le incognite sono ancora tante.
Pensioni, il nodo da sciogliere prima del Cdm sulla Manovra
La riforma delle pensioni rappresenta un tema spinoso dal punto di vista politico in quanto mette in palio un discreto numero di voti. Quota 100, misura-bandiera della Lega, sembra poco efficiente dal punto di vista economico ma superarla significa creare un certo malumore tra i lavoratori e i contribuenti, che realisticamente vedranno allontanarsi il traguardo della pensione. Per questo motivo le forze che sostengono il governo Draghi sono più propensi a bocciare le proposte avanzate dal premier piuttosto che a presentare delle proposte.
La base di partenza è il superamento di Quota 100, considerato necessario dal premier Draghi e dal ministro Franco. La proposta avanzata dal Presidente del Consiglio era quella di passare per quota 102 per poi approdare nel giro di due anni a quota 104. La proposta è stata criticata dalla Lega, messa in dubbio dal Centrosinistra e bocciata dai sindacati. Non il massimo insomma.
Due alternative per il superamento di quota 100
Per evitare clamorosi colpi di scena in Consiglio dei Ministri, Draghi lavora a due ipotesi alternative al piano originario. La prima prevede un ritorno al sistema in vigore prima dell’intervento del governo Lega-Movimento 5 Stelle ma con il passaggio al calcolo con il metodo contributivo. La seconda ipotesi prevede il passaggio da quota 100 a quota 102 ma in maniera più graduale rispetto a quella ipotizzata nella prima proposta avanzata dal Presidente del Consiglio. Questo significa passare per quota 102 ma anche per quota 103 prima di arrivare a quota 104.